La pianta del faggio è molto importante in erboristeria: le gemme e i frutti del faggio, infatti vengono utilizzate per realizzare prodotti per contrastare i radicali liberi e contribuire efficacemente nel rallentare l’invecchiamento cutaneo, favorire la diuresi e migliorare il funzionamento dei reni, infine anche per produrre creme per trattamenti anticellulitici, nonché cosmetici in grado di tonificare le gambe e rassodare i glutei.

I frutti del faggio si chiamano "faggiole" o "faggine", sono stati utilizzati fin dall'antichità per il nutrimento di uomini e animali. Contengono fino al 50% di olii, oltre a essere ricche di vitamine del gruppo B, nonché di potassio, zinco, ferro e acidi grassi insaturi.

In tempi di povertà venivano pressate per produrre olio, macinate per ricavarne farina e persino tostate e utilizzate come surrogato di caffè.

Inoltre venivano anche mangiate "tostate", e possiamo farlo ancora oggi:

Prima del consumo è però importante tostarle o scaldarle molto bene. Infatti crude contengono trimetilammina, una sostanza leggermente velenosa, e acido cianidrico: entrambe queste sostanze possono provocare mal di pancia, nausea o vomito.

Il procedimento è molto semplice:

• dopo aver raccolto le faggiole bisogna sbucciarle fino a raggiungere l’achenio (la parte più interna del frutto). Ricordatevi che le parti esterne sono tossiche e non vanno mangiate!
• Il secondo passaggio è tostarle su una padella o una piastra oppure direttamente sul fuoco per 2 minuti circa in modo da neutralizzare le sostanze tossiche. A questo punto saranno squisite da sgranocchiare oppure mescolate a insalate o muesli.!

Importante: prima di assaggiare un alimento nuovo, verificate sempre la compatibilità con eventuali intolleranze o allergie, e fate una prova con piccole quantità! Vi ricordiamo che nella riserva dell’Adelasia è fatto divieto di raccogliere fiori o frutti di qualsiasi tipo.